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10 giugno 2025 – Da Plasencia a Palencia; dal gotico al romanico, dall’Estremadura alla Castilla y Leòn.
Ci sistemiamo in un’area di sosta molto ben organizzata che dipende da una stazione di servizio alquanto pittoresca. In ogni caso da qui si raggiunge agevolmente il centro della cittadina attraverso un piccolo parco in riva al fiume.

Questa è una città d’arte molto importante anche se non così conosciuta e apprezzata nel resto d’Europa.
Nella regione della Castilla y Leòn sono censiti più di 2000 edifici di epoca romanica.
Raggiungiamo facilmente la cattedrale; nella piazza che sorge a meridione mi incuriosisce il monumento al maestro e non posso non ricordare il mio maestro Luigi, la mia mamma e Costanza, mia figlia che ha voluto seguire la strada della nonna in questi tempi difficili.

Poi ci accontentiamo della splendida e grandissima cattedrale di St. Antolin ma presto il caldo ci costringe ad attendere tempi migliori e rinunciamo alla vista al Cristo del Otero, un’alta statua benedicente che sorge su una collina a nord della città.


Nel tardo pomeriggio, mentre si addensano nuvole temporalesche, riesco a prendere qualche immagine con il drone, sempre a distanza dalle case, sopra il bosco ripariale e sempre con il timore che qualche pattuglia della Polizia venga a guastare le feste, come successo sei mesi fa a Cuenca.

Decisamente i droni, anche quelli più ludici e leggeri, vengono visti con antipatia.