
Poco prima di affrontare i primi contrafforti costeggiamo il lago artificiale di Yesa, sul fiume Aragon.
Siamo sul confine fra Navarra e Aragona; il caldo oggi è particolamente fastidioso. A un tratto vediamo alla nostra sinistra una chiesa romanica che ha tutta l’aria di essere abbandonata da tempo.

Troviamo un parcheggio mandiamo il drone in avanscoperta. No, non è solo la chiesa, è un intero paese fantasma: Escó.

E’ poco visibile da chi sfreccia sull’autostrada e ancora una volta il vecchio Ladok, lento e più a suo agio sulle strade statali, ci ha permesso di vedere un angolo di Spagna che scompare.
Montagne mitiche che hanno scandito confini dal medio evo fino a metà dello scorso secolo; non per nulla il più iconico degli innumerevoli cammini di Santiago parte dai piedi dei Pirenei e li valica in una località che ha fatto storia: Roncisvalle.
La strada è lenta e serpeggia verso le montagne che si avvicinano.
Poco dopo entriamo in Navarra, affrontiamo le prime salite e ci fermiamo per la notte dopo il paesino di Burgui.
I cartelli in due lingue, castigliano e basco, ci fanno compagnia mentre saliamo verso la frontiera.
Il confine si raggiunge a Larra-Belagua, dove ci accolgono numerosi cavalli liberi; poi la strada torna in territorio spagnolo e scolliniamo in Francia al Col de la Pierre St.Martin.

Per la discesa scegliamo una stradina alternativa che passa davanti a un vecchio piccolo monastero, la chiesa romanica di Sainte Engrâce o Santa Graziko in lingua basca.

Proseguiamo la nostra discesa e ci fermiamo a Lourdes.