20 giugno 2025 – Per tanti anni, percorrendo la Val di Susa, ci sono passato accanto, guardandola dal basso, sensibile a un fascino pari solo alla curiosità di salire a conoscerla.
E infine questo luogo è diventato nostro. Non è semplice arrivarci in auto, ma credo che la salita a piedi dal fondovalle sia proibitiva.

Parcheggio non molto ampio, naturalmente a pagamento, e dopo qualche centinaio di metri si arriva all’ingresso, meglio sarebbe chiamarla reception.
Da questo ingresso iniziano diverse rampe di scale che portano finalmente alla chiesa. Lo spettacolo è grandioso e la vista spazia lontano, ma anche l’interno è maestoso e bellissimo.

Da uno dei sagrati mi sono permesso di alzare il drone per qualche immagine suggestiva, subito fermato da uno dei sagrestani, prontamente accorso al ronzio, che mi ha ricordato che ci trovavamo su suolo sacro.
Non mi è chiaro quanto un drone sia più blasfemo di un’apostasia o di una simonìa, ma naturalmente ho provveduto a far scendere il drone ai piedi del sacrista, rimediandone anche un complimento per la perizia.
Fortunatamente avevo fatto alcune fotografie da molto lontano un’ora prima e spero di essere riuscito a rendere la maestosità di questo monastero come mi era apparsa leggendo i racconti di Laura Mancinelli.

A questo punto del viaggio non ci rimane che imboccare l’autostrada Tornio-Milano e rientrare finalmente a casa sul nostro lago in tarda serata.